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LISANDRIN

Sulle ceneri di un altro gruppo storico del carnevale degli anni ’50, “La Reverzina”, nasce nel 1975 il gruppo Lisandrin, nome che deriva dal rione di appartenenza. Inizialmente composto da sette/otto amici del rione che decisero di partecipare al rinato Carnevale Canturino. Durate gli anni ’70/’80 il carro dei Lisandrin è stato realizzato in luoghi diversi, inizialmente nelle corti del rione, poi con una struttura mobile ed infine nell’ex area Stecav in compagnia di altri gruppi. Negli anni ’90 a causa di un disaccordo con la Pro Cantù, che era l’organizzatore del carnevale di quegli anni, il gruppo partecipò al carnevale non con il carro, ma con le mascherate, in segno di protesta. Tutto questo in attesa che venisse firmata la costituzione della Associazione Carnevale canturino nel 1997. Nel palmares della storia del gruppo la soddisfazione di vincere 11 volte il Carnevale di Cantù, oltre agli innumerevoli secondi e terzi posti. Inoltre i carri del Lisandrin hanno avuto numerose partecipazioni nei vari carnevali della zona, e fra l’altro un primo posto nel 1999 al Carnevale di Chiasso. Attualmente il gruppo è formato da quattordici ultra sessantenni che, sfruttando il tempo a loro disposizione e la passione, si divertono a dare filo da torcere ai gruppi più giovani.

Lisandrin

Carro 2020

IL CAN CAN LO FACCIAMO NOI

 

La politica italiana – lo sappiamo! – è sempre un gran can can! E l’Europa non è da meno. Così, il Capitano Matteo deve tenere testa agli eurocrati che lo contrastano. Ma come riuscire? In una scenografia da “Moulin Vert”, la versione lombardeggiante del celebre locale parigino Moulin Rouge, ci penserà Matteo con le sue gigantesche “Supposte del Capitano” a ristabilire il nostro tanto amato “can can all’italiana”.

Carro 2019

NON SE NE PUÒ PIÙ! RE CARNEVALE, PENSACI TU!

Si presenta puntuale a ogni edizione del carnevale da ben 44 anni il gruppo del Lisandrin, che in quattro decenni ne ha viste tante davvero. Eppure oggi, di fronte alle mille difficoltà che la burocrazia impone alle manifestazioni e ai volontari, quasi quasi scappa l’entusiasmo. Così, per non cedere e non perdere il sorriso, alla fine, fedeli al proprio spirito irriverente, queste difficoltà hanno deciso di metterle alla berlina sul carro che propongono per questa edizione, dal titolo “Non se ne può più! Re Carnevale, pensaci tu!”. Il re in questione, con un ricco abito che ricorda i fasti dei carnevali più famosi, incarna lo stesso Lisandrin, e deve difendersi dalle figure che cercano di mettere in crisi la manifestazione e assediano il trono su cui è seduto. Le spese sempre più alte, le stringenti normative di sicurezza, la tante norme che è necessario rispettare ma a volte rendono tutto davvero difficile. Per una volta, insomma, invece di prendere spunto dalla realtà in cui il pubblico è immerso quotidianamente, per riderne e spingere a pensare, il Lisandrin vuole portare gli spettatori a sbirciare dietro le quinte dello spettacolo, per capire quanta fatica costi. Ma nonostante questo, non vi rinuncerebbero mai.

Carro 2018

IN UN MONDO CHE… NON CI VUOLE PIÙ

I campioni uscenti non hanno puntato sui mille colori che caratterizzano il carnevale, ma su quello che li racchiude tutti, il bianco. Un bianco luminoso, accecante, quello dei ghiacciai che si stanno sciogliendo per colpa del riscaldamento globale e dell’inquinamento e quello del manto degli animali che su quei ghiacci vivono, sempre più con fatica. Foche, orsi polari, lepri e un’imponente tigre, tutti con la pelliccia candida: sono loro i protagonisti dell’opera. Maestosi, sembrano voler rimproverare chi che sta distruggendo l’ecosistema. Il Lisandrin si interroga sul futuro, se le cose non cambieranno, e su un presente che vede tanti esseri viventi soffrire per colpa delle scelte scriteriate dell’uomo.

Carro 2017

IL BALLO DELLE MASCHERE

La maschera è la protagonista assoluta del carro. Enormi maschere dominano il carro e si muovono a suon di musica. Non un ballo in maschera ma “il ballo delle maschere” che cambiano aspetto grazie alla luce che scivola sulle note e sui loro profili. La coreografia è giocatasui toni del bianco e dell’argento che esalta le tinte brillanti delle maschere